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Londra prima città parco nazionale

Memorie storiche, richiami turistici, verde alla portata di tutti: Londra sa coniugare i suoi migliori aspetti nonostante sia una megalopoli. Ecco la sintesi nella foto di Samuel Wölfl

Tremila parchi, 4 milioni di giardini privati, 4 riserve naturali,  9 milioni di alberi, 15 mila specie animali e vegetali. Londra è diventata la prima “Citta Parco Nazionale”

ANNELISE FAVERIO

Dal 20 al 28 luglio, Londra ha festeggiato con oltre 300 eventi – seminari, attività per famiglie e passeggiate alla scoperta della città – l’ufficializzazione del suo stato di Città Parco Nazionale.
Tradizionalmente si immagina un Parco Nazionale come un luogo selvaggio, lontano dai centri abitati, dove sia possibile entrare in diretto contatto con la natura, i suoi ritmi, i suoi colori, i suoi suoni, i suoi odori; un luogo che ci avvolga in una sensazione di benessere e tranquillità, un rifugio per l’anima affaticata dalla vita cittadina.

Già nel 1901 John Muir, padre dei parchi nazionali, scriveva che andare in montagna è come tornare a casa perché la natura selvaggia è necessaria all’uomo.

Immaginare che una metropoli possa essere parco nazionale è difficile, ma il geografo Daniel Raven-Hellison, pensando a Londra, sei anni fa ha avuto l’intuizione di ridefinire il concetto classico di parco nazionale e ha creato la National Park City Foundation.

Londra, infatti, pur essendo una metropoli di 9 milioni d’abitanti, vanta un patrimonio di oltre tremila parchi, 4 milioni di giardini privati e 4 riserve naturali, che ricoprono oltre il 40% della sua superficie (oltre 110 kmq) ed ospita quasi nove milioni di alberi e 15 mila specie animali e vegetali. 
Londra è diversa dai parchi nazionali tradizionali perché il suo patrimonio naturale è racchiuso in un contesto urbano. Raven-Ellison ritiene che la presenza di persone, case, automobili non ne sminuisca il valore rispetto ad altri parchi, ma sia una caratteristica e un’opportunità per aprire gli occhi alle persone permettendo loro di scoprire ed apprezzare la natura già presente in città e stimolando in loro il desiderio di aumentare il numero degli spazi verdi.

Il progetto di Raven-Ellison, sostenuto dalla Queen Mary University fin da subito, ha trovato il sostegno dei cittadini, di numerose organizzazioni, università e media (tra cui la BBC e The Guardian). Nell’agosto 2018 il sindaco di Londra Sadiq Khan ha sostenuto ufficialmente il piano di Raven-Ellison con un finanziamento di 9 milioni di sterline per la creazione di nuove aree verdi , dichiarando di voler rendere Londra la città più verde al mondo. Infatti sul sito web di Londra si legge che come città parco nazionale Londra sarà:

 

  • una città più verde, dove natura e persone saranno meglio connesse
  • una città che protegge la sua rete di parchi e spazi verdi dove gli edifici e gli spazi pubblici non saranno caratterizzati soltanto da pietra, mattoni, cemento, vetro e acciaio
  • una città ricca di vita selvatica dove ogni bambino potrà beneficiare dall’esplorazione, dal gioco e dall’apprendimento all’aria aperta
  • una città dove chiunque possa godere dell’alta qualità degli spazi verdi, di aria pulita, di vie d’acqua pulite e dove sempre più persone scelgono di andare a piedi o in bicicletta.

La NPCF con la Urban Word Park e Saltzburg Global Seminar hanno creato la prima carta per le città parco nazionale che mira ad applicare a un contesto cittadino un modello di gestione mutuato dai parchi naturali, basato sulla tutela e la promozione di programmi di conoscenza del territorio, con lo scopo di migliorare la vita nelle città rendendole più verdi, più salubri e più selvagge, stimolando la collaborazione tra sindaci, cittadini, turisti e altri partners, invitando le scuole a realizzare attività di apprendimento all’aria aperta e programmi di educazione ambientale. L’obiettivo di avere almeno 25 città parco nazionale nel mondo, entro il 2025.

Daniel Raven-Hellison non è il solo a sostenere l’importanza della natura urbana, ma altri gruppi e scienziati sono attivi per sensibilizzare i politici sul tema, dal momento che più della metà della popolazione umana vive oggi nelle città e il numero aumenta ogni anno. L’idea che li accomuna è che le città debbano adattarsi per diventare più vivibili, per affrontare le sfide del cambiamento climatico, aiutare a conservare la biodiversità e garantire ai residenti stili di vita salutari e attivi.

Il verde non è un’opzione per le città, ma è fondamentale per la salute e la qualità della vita: i cittadini non dovrebbero essere costretti ad allontanarsi dalle città per godere dei benefici della natura.

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