Il bene comune
Acqua: risorsa preziosa, ma spesso lo dimentichiamo. L’acqua è un diritto, ma non sempre le acque sono “chiare, fresche e dolci”.
L’acqua è un Bene Comune. “Comune” perché tutti hanno diritto ad avere l’acqua necessaria alle proprie necessità vitali a titolo assolutamente gratuito: le uniche spese devono essere quelle relative ai costi per la predisposizione e la manutenzione delle tubature necessarie all’approvvigionamento e a quelli relativi ai controlli di qualità.
GIANFRANCO PORCILE
“Bene” perché è l’elemento fondamentale per la vita non soltanto dell’uomo ma anche di tutti gli esseri viventi. Ma per essere un “bene” l’acqua deve essere buona, cioè pura, vale a dire non inquinata, limpida e di buon sapore. Inoltre deve, o meglio dovrebbe, essere accessibile a tutti, in ogni parte del mondo. Ecco: il problema più rilevante è proprio questo. Il modo di sviluppo della nostra società sta danneggiando la qualità dell’acqua potabile con inquinamenti di diverso tipo e, a causa della emergenza climatica e del surriscaldamento globale, sta acuendo in maniera significativa la piaga della siccità che sempre più affligge popolazioni in diverse parti del Pianeta.
ACQUA BENE COMUNE
Agli inizi di marzo di quest’anno nelle sale cinematografiche, prima della chiusura per l’emergenza coronavirus, è comparso il film “Cattive Acque”di Todd Haynes (2019), di cui consigliamo certamente la visione non appena possibile: racconta La lotta legale dell’avvocato Robert Bilott contro la compagnia chimica DuPont sullo scandalo dell’inquinamento idrico di Parkersburg, nella Virginia occidentale (USA). L’inquinamento delle acque era causato dai cosiddetti PFAS, molecole composte di fluoro e carbonio (perfluoroalchiliche) usate nella creazione di un’infinità di prodotti industriali (uno dei PFAS più usati è il PFOA). La loro caratteristica è di essere sostanze molto stabili che gli organismi viventi non sono in grado di metabolizzare, cioè di trasformare in prodotti meno dannosi: la loro tossicità si risolve pertanto in malattie di tipo cerebro-vascolare, infarti, diabete, spesso letali, che si riscontrano in coloro che bevono l’acqua inquinata, uomini ed animali. Anche in Italia esiste un problema analogo concentrato in particolare in due zone: un largo bacino idrico nelle province di Vicenza, Verona e Padova (inquinamento da parte della ditta Miteni S.p.a. di Trissino) e in provincia di Alessandria, nella zona di Spinetta Marengo (impianto Solvay).
L’acqua è un Bene Comune: anzi è certamente il più importante tra i beni comuni. Essa è l’elemento principale di cui sono costituiti gli esseri viventi (il 70% del corpo umano è costituito da acqua) ed è una risorsa gravemente compromessa dai cambiamenti climatici (forse sarebbe più appropriato parlare di emergenza climatica). Alcuni Paesi, in particolare africani ma non solo, l’effetto serra ed il conseguente surriscaldamento hanno creato un aumento della siccità con conseguenti devastanti difficoltà alle attività agricole e di allevamento di bestiame, costringendo le popolazioni a vere e proprie migrazioni di massa. Ovviamente la quantità di acqua nel nostro Pianeta non cambia, è sempre la stessa: soltanto che cambia la sua localizzazione con innalzamento di mari ed oceani e scarsità di acqua nelle zone interne dei continenti. Il continente africano e l’India, da sempre a corto di acqua, conoscono oggi crisi di approvvigionamento mai viste prima, ma anche gli incendi dell’Australia e delle foreste amazzoniche (senza dimenticare la mano dolosa dell’uomo specie per queste ultime) riconoscono nella siccità una delle cause principali.
Nel futuro assisteremo a delle vere e proprie guerre per l’acqua. Ma non dobbiamo credere che non si siano già verificate. Un esempio per tutti : la guerra dell’acqua di Cochabamba in Bolivia. La Bolivia è stata più volte teatro di vere e proprie guerre contro la privatizzazione dell’acqua; un caso emblematico si è registrato nel 2000 con la “Guerra del agua” di Cochabamba, una delle tre città più grandi di quel Paese. Dopo mesi di lotte con morti e feriti la privatizzazione fu finalmente ritirata. Nel 2009 in Bolivia fu approvata la nuova costituzione con due articoli che sanciscono il diritto all’acqua come bene comune: a) “Ogni persona ha diritto all’acqua e all’alimentazione.” (Costituzione 2009, art.16); b) “L’acqua costituisce un diritto fondamentale per la vita, all’interno della sovranità popolare. Lo Stato promuoverà l’uso e l’accesso all’acqua sulla base di principi di solidarietà, equità, diversità e sostenibilità. Le risorse idriche in tutte le loro forme […] non potranno essere oggetto di appropriazione privata e tanto queste quanto i suoi servizi non verranno dati in concessione e sono soggetti ad un regime di licenze, registri e autorizzazioni conformi alla Legge” ( art.373).
I meccanismi di danno ambientale sono di diverso tipo. Ad esempio in Bangladesh nella zona del delta del Gange si è verificato un aumento del livello del mare, conseguenza dello scioglimento dei ghiacci dell’Antartide a causa dell’aumento della temperatura media sulla Terra. Questo ha comportato un aumento della salinità dell’acqua del fiume e quindi una diminuita resa agricola nelle coltivazioni di riso: la diminuzione di risorse alimentari ed economiche ha costretto ad una migrazione di massa con aumento anche dei disturbi mentali e di depressione nelle popolazioni migrate. La situazione poi fu ulteriormente aggravata dall’allevamento intensivo di gamberetti installato nelle stesse zone; risultato: uno stagno di acqua salata al posto delle mangrovie. A questo ha portato la moda dei gamberetti, di cui noi occidentali siamo grandi consumatori: ecco come si è giunti alla rovina di un intero ecosistema. (Vineis P. 2014 Salute senza confini).
Come è comprensibile, la situazione descritta sopra è destinata a peggiorare in futuro e il Bangladesh è e sarà tra i Paesi più a rischio per gli effetti del riscaldamento climatico. Secondo il quotidiano The Guardian, entro il 2050 nel Paese una persona su sette sarà sfollata a causa dell’innalzamento del livello del mare che colpirà in particolare la parte meridionale del Sundarban. Entro questa data, si prevede che il livello delle acque marine salirà di 50 centimetri (Altreconomia marzo 2020).
Abbiamo già detto come l’Acqua sia elemento fondamentale per la vita e la salute di tutti gli esseri viventi. La Storia ce lo dimostra e molta letteratura ce lo racconta. Un libro poco conosciuto, forse, ma emblematico è “Il mercante d’acqua” (2007) di Francesco Gesualdi, allievo di don Lorenzo Milani e fondatore della Rete Lilliput insieme ad Alex Zanotelli. “L’acqua è una risorsa indispensabile alla vita, è l’elemento insostituibile della natura, deve essere a disposizione di tutti”-dice- “Questo libro è contro la siccità. Contro la sete della terra. Contro i mercanti di acqua.” Ma nel libro, raccontato alla maniera di una favola dei giorni nostri, Gesualdi va oltre il problema dell’acqua per farci capire che per salvaguardare tutti i beni comuni è indispensabile ed urgente cambiare il nostro modello di sviluppo per guardare invece in direzione della Decrescita Felice (S.Latouche) e della Crescita Qualitativa (F.Capra). La migliore conclusione di queste riflessioni mi sembra proprio possa essere una parte del discorso che pronuncia il protagonista alla fine della storia riferendosi esattamente a questa scelta di vita necessaria e radicale. “ Quello che ci propongono non è il benessere, ma il beneavere, ed è questo che dobbiamo spiegare alla gente. Il beneavere è parziale, mentre il benessere è totale. Il beneavere è degradante mentre il benessere è edificante. Il beneavere declassa la persona ad un ammasso di carne che ha solo desideri sensuali. Il benessere, invece, considera la persona in tutte le sue dimensioni: materiale ed affettiva, sensuale ed intellettuale, sociale e spirituale. Abbiamo bisogno di mangiare, ma anche di un ambiente pulito. Abbiamo bisogno di godere, ma anche di pensare. Abbiamo bisogno di sicurezze materiali, ma anche di rapporti affettivi. Esiste vero benessere solo se tutte queste esigenze sono appagate in maniera armonica. Siete stati voi ad insegnarmelo.”
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