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La battaglia vinta

SIMONA SIMONETTI

Il referendum sull’acqua del 12 giugno 20111 fu una sensazionale battaglia vinta che spesso viene sentita come persa. Eppure quei 4 sì furono vittoria. La vittoria schiacciante dei SI al quesito referendario 1, scheda rossa, bloccò la privatizzazioni dei servizi idrici, dei rifiuti e dei trasporti previsti forzatamente per legge entro il Dicembre 2011. Il quesito 3, scheda grigia, fermò l’avventata scelta nuclearista. 
Il volto del nostro Stato sarebbe profondamente diverso se non fosse stato così.
È una vittoria difficile da rivendicare perché è complessa, e la complessità raramente viene vista come un successo. Ma a dieci anni di distanza vale la pena di ripercorrere la storia di questo referendum e provare a capirne la reale portata. Il risultato del quesito 1 fu così dirompente che sia Berlusconi che Monti tentarono di aggirarne gli effetti. Berlusconi ad Agosto 2011 (2 soli mesi dopo la consultazione) reintrodusse le norme abrogate dal primo quesito, escludendo il solo servizio idrico.
 Monti rinforzò la spinta verso le privatizzazioni nel decreto cresci-Italia di Marzo 2012 e nella spending review di Luglio 2012. Quasi tutti i servizi locali – tranne l’acqua – erano destinati ad essere affidati ai privati.
La Corte Costituzionale2 grazie al Sì respinse tutti i tentativi perché “«[La legge] viola il divieto di ripristino della normativa abrogata dalla volontà popolare desumibile dall’articolo 75 della Costituzione».
Occorre avere ben chiaro che nel 2011, più della metà degli italiani, senza interessi particolari da difendere, hanno lottato per difendere il ruolo del pubblico.
Hanno intuito che la privatizzazione dei beni comuni non immunizza dalla mala politica ma espone al rischio del capitalismo senza scrupoli. Questa moltitudine di Italiani ha lottato ed ha vinto, arrestando la valanga delle privatizzazioni che aveva già affidato ai privati Autostrade, Ferrovie ed Energia.
La vittoria referendaria è stato resa possibile dall’impegno di migliaia di persone, organizzate nel forum dell’acqua3, che si erano adoperate per portare nelle piazze il tema facendo crescere la coscienza civica dell’acqua pubblica.
Un movimento che fa parte di quel grande numero di organizzazioni che attualmente operano nel pianeta per la difesa dei diritti umani e civili e per la sostenibilità ambientale e sono state ridefinite come il “movimento senza nome” 4.

 

Una delle numerose manifestazioni di sensibilizzazione al referendum

Il referendum del 2011 abolì anche – quesito 2 scheda gialla – la prevista “adeguata remunerazione del capitale investito”, riconoscendo l’acqua come un bene prezioso da preservare e non una risorsa da sfruttare.
Questo secondo quesito fu totalmente disatteso. La frustrazione degli attivisti e dei cittadini nel vedere che non si riusciva a mettere in atto la revisione della tariffa e la ripublicizzazione dell’acqua portò ad una sensazione di sconfitta che fece dimenticare la portata epocale degli altri quesiti.
In realtà, in politica è sempre immensamente più semplice fare ostruzionismo che rivoluzionare. Quindi il quesito 1 e il quesito 3 il cui obbiettivo era bloccare la privatizzazione e la proliferazione nucleare hanno avuto un indubbio successo, mentre il quesito 2 che richiedeva un impegno fattivo degli enti pubblici per realizzarlo è stato attuato solo in pochi casi virtuosi.
C’è una notizia buona ed una cattiva. La prima è che nel mondo dominato dal profitto e dallo strapotere finanziario si possono cambiare le cose impugnando una matita.
La seconda è che, per cambiare profondamente la nostra società, non basta mettere una croce. Dobbiamo capire fino in fondo cosa si vota, superando la pubblicità ingannevole degli interessi economici o di potere occulti.
Ne vale la pena perché la volontà popolare ha una forza dirompente che può permetterci di costruire veramente il Paese in cui ci piacerebbe vivere.
In altre parole se non ci illudiamo che sarà facile, se accettiamo di scalare la complessità, il futuro può essere cambiato.

1 Storia Quesiti referendari – Wikipedia
2 Servizi pubblici: a rischio anche decreti governo Monti – ANSA
3 Sito ufficiale del forum dell’acqua
4 Paul Hawken Moltitudine inarrestabile – Come è nato il più grande movimento al mondo e perché nessuno se ne è accorto


Giacomo Orsi

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