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Il verde come puzzle

Forestazione urbana a Milano– foto di Chris Barballis via Unsplash

Milano e Parigi, città apripista nella nuova strategia del verde urbano. Due stili e lezioni differenti.

 

SABRINA ROSSI

 

Forse ci siamo. L’era del mattone e del cemento sta tramontando e lascia più spazio alla natura. Vaste aree verdi prendono vita in grandi città, tra quartieri e zone abbandonate creando così veri e propri parchi e giardini. E non solo: si parla anche di orti sui tetti degli edifici.

Tutto questo sfruttando aree già occupate dall’uomo senza bisogno di ampliamenti.

Un autentico puzzle.

 

Ancora una volta Milano si fa protagonista di un grande progetto di riqualificazione urbana che prevede il recupero di vaste superfici abbandonate con lo scopo di trasformarle in aree verdi.

Si chiama “BAM”, la Biblioteca degli Alberi, nel quartiere milanese di Porta Nuova tra Garibaldi, Varesine e Isola. Non si tratta solo di un parco o un giardino, bensì di un’area di condivisione, cultura, collettività. Un esperimento senza recinzioni, con la collaborazione del Comune di Milano per permettere vigilanza e cura dell’area contro atti vandalici.

 

“Viviamo in un’era diversa, in cui la chiave di tutto è la condivisione – afferma Manfredi Catella, fondatore e ceo di Coima – Le componenti sociali sono essenziali. Come l’impatto sull’ambiente. Non dobbiamo più pensare all’architettura del singolo edificio, ma a come si compone il puzzle con quello che lo circonda. A creare connessioni.”

 

Quindi non solo verde. Sono stati difatti programmati numerosi eventi gratuiti tra dibattiti, letture, workshop, spettacoli musicali al fine di creare parchi “attivi”, espandere le aree pedonali e sensibilizzare i cittadini ad un maggiore senso civico e ad una maggiore difesa dell’ambiente.

Un esempio verde aereo a Milano. Foto di Polina Chistyakova da Pexels

A volte le aree verdi possono trovarsi anche ad “alta quota”. E’ il caso di Parigi, città che ha dato vita a numerose fattorie urbane sui tetti degli edifici, ove gli abitanti possono dedicarsi alla coltivazione dei propri prodotti agricoli. Obiettivo principale del sindaco Anne Hidalgo è di piantare cento nuovi ettari di vegetazione in tutta la capitale entro il 2020 (un terzo per l’agricoltura urbana) in modo da combattere le ondate di calore e l’inquinamento.

Ad esempio l’ex ferrovia della Petite Ceinture che veniva utilizzata per il trasporto di merci, dismessa dagli anni Settanta, è inserita in un progetto di riqualificazione che prevede sia aree verdi, sia produzione agricola.

Ma per la vera novità parigina si dovrà aspettare la prossima primavera: l’azienda agricola Agripolis inaugurerà la più grande fattoria su tetto del mondo alla Porte de Versailles. Circa 14mila metri quadri, accoglierà più di trenta specie vegetali e la coltivazione di grandi quantità di frutta e verdura.

Il progetto includerà anche un ristorante su tetto con la capienza di 300 posti, in cui si potranno assaporare i prodotti agricoli coltivati.

 

“I nostri prodotti freschi saranno destinati a nutrire gli abitanti di tutto il Sud-Ovest della città – afferma Pascal Hardy, fondatore di Agripolis – attraverso vendite dirette o rifornendo i negozi della zona e le mense delle scuole. Non utilizzeremo pesticidi né fertilizzanti chimici, quindi la fattoria sarà anche un paradiso per la biodiversità”.

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