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Il veleno nascosto

Tutti fingono di ignorare le cause e le conseguenze dell’inquinamento da fumi e polveri sottili.

Genova è in prima linea e ha difficoltà a trovare interlocutori per combattere la propria battaglia per il diritto alla salute. Un Comitato si sta battendo per sensibilizzare cittadini e autorità al problema. Una situazione difficile, compromessa, ma non perduta. Un Comitato è l’ultima spiaggia, mentre il bene di tutti dovrebbe essere un compito e un impegno di governa una Comunità. Come reagiscono e si mobilitano i cittadini? Intervista con Enzo Tortello Presidente Comitato Tutela Ambientale Genova Centro-Ovest .

Come e quando è nato il vostro comitato?

“Il nostro comitato – spiega Enzo Tortello Presidente Comitato Tutela Ambientale Genova Centro-Ovest – è nato nel quartiere di San Teodoro, a fine Gennaio 2017, con la consulenza di ECOISTITUTO  RE-Ge. Da anni molti alcuni di noi erano impegnati a denunciare l’inquinamento derivante dal traffico marittimo a Capitaneria di Porto, ASL, Comune…. ed altre Istituzioni, ma le nostre segnalazioni venivano sistematicamente ignorate. Abbiamo, pertanto, deciso di riunirci in un comitato ed abbiamo raccolto circa 2100 firme, praticamente con il solo passa parola”.

Cosa intendevate allora per “inquinamento da traffico marittimo”?

“Le nostre proteste – racconta Enzo Tortello – si basavano su percezioni prettamente sensoriali: fumi neri o giallastri (anche durante lo stazionamento), cattivi odori e rumore (in presenza di navi) e polverino nerastro su biancheria stesa e superfici esterne”.

I vostri criteri di giudizio erano dunque soggettivi?

“Non  propriamente – precisa l’ingegnere -. I percettori naturali sono sufficientemente oggettivi. In molti campi della tecnica l’”ispezione” visiva è un controllo previsto dai piani di qualità. Certamente soggettiva era però la quantificazione dei vari fenomeni anche se non è del tutto corretto. Infatti il 5 Agosto 2011 attorno alle 22, su richiesta di persona che ha poi partecipato alla creazione del Comitato, furono effettuati dei rilievi sonori dalla Polizia Municipale in un appartamento di Via Pagano Doria (a finestre aperte), rispettivamente in presenza ed in assenza del traghetto Moby Drea. Prima della partenza del traghetto fu misurato un livello sonoro pari a 54.4 dB (A), mentre dopo la sua partenza il livello residuo misurato si era attestato sui 42.3 dB(A). Fu dunque quantificato  l’impatto sonoro della presenza del traghetto in questione al Ponte Andrea Doria Levante, uno dei più prossimi alla nostra zona (limite previsto durante le ore notturne pari a 50 dB (A))”.

Avete, successivamente, avuto occasione di raccogliere altri dati?

“Di dati ufficiali ce ne sono parecchi. Afferma Enzo Tortello – ARPAL, infatti, tiene sotto controllo la qualità dell’aria (AQL) in alcuni punti della città, tra cui  Acquasola, Corso Firenze, Via Buozzi, Pegli e Corso Europa. Le apparecchiature registrano le concentrazioni in atmosfera di diversi agenti inquinanti: NO2, SO2, ozono, monossido di carbonio, polveri sottili (non in tutte le stazioni) ed anche benzene. Le misure vengono rilevate e rese disponibili sul sito ARPAL, ora per ora”.

Con la disponibilità di questa massa di dati anche l’inquinamento da traffico marittimo sarà, dunque, perfettamente sotto controllo?

“No, assolutamente no.- afferma Enzo Tortello – La centralina più vicina al porto è quella di Via Bruno Buozzi, ma tale centralina è posta su una via di grande traffico veicolare e a livello strada.  Di conseguenza tale centralina finisce per monitorare principalmente il traffico stradale. Un’altra centralina di riferimento per il porto è quella di Corso Firenze che è considerata da ARPAL di “fondo”. Incrociando i dati con i movimenti delle navi si può comunque vedere che in presenza di concentrazione di navi passeggeri in manovra ( capita, ad es., in certe ore in cui arrivano o partono la maggior parte dei traghetti) si hanno dei picchi nelle curve di rilevamento ad es. degli NOx, non solo nella centralina di Via Bruno Buozzi ma anche di Corso Firenze. Nel periodo 19-23 Giugno 2016, inoltre, l’Associazione ONLUS Cittadini per l’Aria, di cui siamo rappresentanti a Genova, ha effettuato delle misure di polveri ultrasottili dal Hotel Savoia di Piazza Principe (800 metri circa dal mare) rilevando che, durante le manovre di attracco e partenza delle navi, le emissioni di particolato erano fino a 40 volte superiori a quelle delle zone con aria pulita (cfr. con il sito web di Cittadini per l’Aria; “Genova: il particolato ultrafine delle navi soffoca la città”). Sempre a proposito di polveri sottili con il progetto europeo MED-APICE, che ha vista coinvolta in prima persona l’Università di Genova ( Dipartimento di Fisica & INFN) , è stato dimostrato che le emissioni navali contribuiscono alla concentrazione di PM2.5 (polveri sottili con dimensioni inferiori a 2.5 micrometri) a Genova per circa il 10% del totale, con un chiaro aumento dei valori nella stagione estiva”.

In definitiva, però, non avete dei veri e propri valori ufficiali su cui basarvi?

“Non è proprio così. Una volta formato il Comitato, abbiamo deciso di esaminare le carte ufficiali a disposizione ed essendoci tra noi degli ingegneri e tra loro un esperto di combustione, abbiamo incominciato a rivedere criticamente tali numeri. Di particolare interesse ci è parso il documento emesso da ARPAL agli inizi del 2016, intitolato “Valutazione annuale della qualità dell’aria- Anno di monitoraggio 2015”.  In linea di principio le centraline per il monitoraggio rilevano ogni specie di emissione, ma, non sono in grado di discriminare tra le fonti. Ovviamente è fondamentale, invece, conoscere le “fonti” d’inquinamento per intraprendere delle azioni mirate a mitigare l’impatto ambientale. Lo strumento per fare ciò è il cosiddetto “inventario delle emissioni”. Il calcolo delle emissioni viene eseguito a partire da dei riferimenti internazionali che associano alla potenza dei motori e/o al tonnellaggio delle navi dei valori standard di emissione  (EMEP/EEA air pollutant emission inventory guide book) e dal traffico navale registrato in porto. Nel citato rapporto ARPAL sulla qualità dell’aria relativo al 2015 è stato inserito l’inventario delle emissioni basato sui dati rilevati nel 2011 (questo è l’ultimo inventario disponibile). Da notare che, recitando quanto riportato dal suddetto documento ARPAL: “Da un’analisi dell’inventario delle emissioni al 2011 dell’Agglomerato di Genova risulta che le sorgenti che emettono le maggiori quantità di NOx in atmosfera sono le attività marittime (62%), prioritariamente le navi in stazionamento, seguite dal trasporto su strada (26%)”. Continuando nella lettura si legge ancora: “Le sorgenti dell’Agglomerato che emettono le maggiori quantità di polveri sono il trasporto stradale (28%) ed il porto (39%). Questi dati, nonostante l’incertezza di calcolo attribuibile alla modellazione, sono dati ufficiali e certificati da un Ente pubblico quale l’ARPAL, per giunta titolato a fornire dati sull’argomento. Unico aspetto positivo è costituito dal fatto che, grazie ai venti (anch’essi registrati da alcune stazioni dedicate), la ricaduta sulla città di agenti inquinati quali il NOx viene ridotto al 40% circa. Aspetto negativo che il massimo di traffico navale si ha proprio d’estate quando i venti sono sfavorevoli, soffiando verso la costa. Un altro progetto europeo, il MED-CAIMANs, che ha visto ancora coinvolta l’Università di Genova, si è focalizzato sulle emissioni delle sole navi passeggeri (traghetti e crociere) ed ha utilizzato, anche qui, esclusivamente strumenti di calcolo. I risultati dello studio e della modellazione effettuata indicano che le emissioni delle navi passeggeri contribuiscono nelle zone circostanti il porto in misura minoritaria alle concentrazioni di inquinanti quali SOx e polveri sottili, con l’eccezione degli NOx. Lo studio segnala infatti che nei quartieri di Di Negro, San Teodoro, Oregina, circa un centinaio di persone vivono dove la concentrazione di NOx dovuta alle navi passeggeri (e che quindi si somma con tutte le altre fonti ) presenta una media annua tra 2 e 4 microgrammi/m3 ( rispettivamente il 5 ed il 10% dei limiti di legge) con punte orarie fino a 40 (ed in alcuni casi 100 ) microgrammi/m3. In questo caso dunque, i risultati della modellazione, pur pesanti, sembrano meno drammatici di quelli riportati da ARPAL, ma c’è da dire che ci troviamo sempre nel caso di modelli e, nel caso del progetto MED-CAIMANs, che tengono conto delle sole navi passeggeri. Dovrebbe essere massimo interesse e dovere di ARPAL e del Comune avere un inventario aggiornato e consolidato  perché questo è l’unico strumento per prendere consapevolmente dei provvedimenti in caso di “sforamenti”, senza limitarsi eventualmente a indiscriminate limitazioni del traffico veicolare, e per evitare multe salate ai cittadini da parte dell’Europa”.

Non le sembra che i valori del 2011, cui fa riferimento il rapporto ARPAL, possano considerati obsoleti?

“Prima di tutto, precisa Enzo Tortello – occorre osservare che, come detto, non sono stati elaborati dalla Regione ulteriori inventari, nonostante le promesse dell’Amministrazione, anche se sarebbe senz’altro opportuno avere un inventario più aggiornato, al limite basato su modelli diversi per il confronto, ma questo non dipende da noi. Per quanto ci riguarda abbiamo sviluppato una capacità di calcolo autonoma delle emissioni da parte delle imbarcazioni, basandoci sui criteri internazionali  indicati in precedenza (EMEP/EEA air pollutant emission inventory guide book) , ma non possiamo considerare tali dati ufficiali. Alcuni aspetti devono essere, però rimarcati. La centrale a carbone Enel della Lanterna è stata nel frattempo chiusa, diminuendo quindi la base su cui fare la proporzione delle emissioni da traffico navale ed aumentando il peso principale di queste. Gli altri aspetti che portano a considerare proporzionalmente crescente l’impatto ambientale del traffico marittimo sono lo svecchiamento progressivo del parco veicoli a fronte di un’età crescente delle navi in circolazione ( ce ne sono alcune con oltre 40 anni di vita e non ci risulta che nessuna delle imbarcazioni vetuste abbia smesso di approdare nel nostro porto) (Fig.1 ). Inoltre sono aumentati  vertiginosamente il numero e le dimensioni delle navi da crociera che pur avendo sistemi di combustione meno inquinanti rispetto al passato corrispondono pur sempre a potenze concentrate con un assorbimento elettrico ben superiore ai 10 MW. Per ogni nave da crociera si tratta di una potenza installata pari o superiore a quella assorbita da una cittadina come Ovada, tanto per dare un riferimento”. In Fig. 2 è riportato il confronto tra i numeri del 1995 e del 2011, calcolati con la stessa metodologia e dalla stessa “mano”. Si vede, comunque, che la situazione è in rapido peggioramento.

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